martedì 22 febbraio 2011

sei mesi

Già sei mesi, e ti guardo e sei così grande.. e poi ci penso bene e mi rendo conto che non hai ancora superato il tempo che hai trascorso nella mia pancia e questo un po' mi fa piacere, perché sento un po' meno quanto passi il tempo.
Intendiamoci: sono felice che tu cresca e cerco di aiutarti a farlo in modo che tu possa essere e diventare una bella persona autonoma, ma.. un pochettino di vicinanza con te è un bel regalo!
E allora me la godo tutta - questa vicinanza - perché ora è il momento in cui dobbiamo farne il pieno noi due, perché poi andrai, pian piano, sempre più nel mondo, e questa prossimità così stretta diventerà uno sguardo che ti segue da lontano e che ti porterai dentro.
Buon semicompleanno piccolo nostro!!!

martedì 15 febbraio 2011

la mantellina per il tartarugo

Il tartarugo cresce e la giacca inizia ad andare un po' giustina, inoltre il clima più mite della scorsa settimana ha richiesto un indumento outdoor più versatile e leggero, così in pochi minuti prima di andare al controllo pediatrico ho improvvisato questa mantellina, che ho finito di decorare dopo..
Lo so, le foto fanno letteralmente schifo, migliorerò!!!



lunedì 14 febbraio 2011

..di allattamento

..Perché prima di avere un figlio ti dicono di tutto (spesso facendo molto terrorismo): il parto, il dolore, la mancanza di sonno, il non avere tempo per lavarsi.. insomma proprio di tutto, ma nessuno -o quasi- ti dice quanto spesso sia molto difficile il primo mese di allattamento.
Eh già, perché se hai il latte "sei fortunata", perché sembra essere tutta una cosa dovuta alla combinazione degli astri o alla grazia data dal Signore o a chissà che fortuna metafisica..
-n.d.r. scusate la verve polemica, ma ne sento "di ogni" in continuazione, e purtroppo spesso grazie a personale sanitario incompetente-
E invece avere il latte ed allattare è fisiologico e naturale per ogni donna (a meno di patologie gravi), ma ciò non significa che sia facile. E non lo è proprio anche perché si vive in un ambiente in cui ciò che è da sempre naturale è diventato talmente sconosciuto da sembrare ormai anormale. Tutto ciò riguarda l'allattamento di ogni specie, perché -ahimé- la maggior parte delle persone non sa nemmeno più che ma mammella di una vacca funziona esattamente come quella di una donna: il latte arriva grazie ad una gravidanza e finisce quando il cucciolo non poppa più, semplicemente perché non ne è più stimolata la secrezione.
Ma torniamo a noi: forte di alcune letture precedenti il parto e di una determinazione molto grande in questo senso visto le familiari patologie allergiche (il latte materno è molto protettivo in questo senso) sono arrivata in ospedale e dopo quelle 26 ore dal mio arrivo, finalmente il tarta è nato. Non mi è stato possibile attaccarlo subito, perché mi è stato lasciato troppo poco tempo, e tra l'ora passata ad essere cucita e i parenti fuori ad aspettare, ho potuto farlo circa un'ora/un'ora e mezza dopo (e in un'atmosfera per niente intima, data la folta presenza esterna). Il tarta per fortuna era ancora sotto ampio effetto di adrenalina, e ha cercato di attaccarsi subito. Poi ha iniziato a ronfare, stravolto, e io lo attaccavo tutte le volte che era un po' sveglio e cercavo di tenerlo sveglio toccandogli il piede, ma lui crollava subito. Così abbiamo passato i primi giorni, ma ho cercato di non andare tanto in ansia, cercando di fidarmi il più possibile di lui. Non mi è venuta la classica montata, il latte è venuto poco a poco, ma in ospedale hanno fretta e ci mettono niente a darti l'aggiunta di artificiale (alla mia vicina la stavano già dando) e la mia preoccupazione era questa. Per fortuna non mi ha considerata nessuno, solo una puericultrice ha guardato -sotto mia richiesta- se si attaccava bene e basta. Ci hanno tenuti un giorno in più per il calo ponderale e poi per fortuna abbiamo avuto il via libera. Ho continuato ad attaccare il tarta molto spesso e lui stava attaccato anche un'ora e mezza; il problema è che dopo poco ho iniziato ad avere un dolore tremendo, da piangere tutte le volte che si attaccava e di qui le mille paranoie... temevo non si attaccasse bene, perché ovunque c'è scritto che se hai male è per questo motivo. Attaccarlo era diventato un'opera ingegneristica: controlla la spalla, se è in asse col bacino, controlla l'asse seno/testa, l'apertura della bocca, la piega del labbro.. ma continuavo ad avere male (e tra l'altro mi era venuta una ragade, anche se non sapevo se lo fosse), per cui ho provato a contattare l'ospedale, ma una volta che sei fuori nessuno ti considera più, o provato a contattare gli ambulatori sul territorio, ma in numeri di telefono o erano sbagliati o non funzionavano.. Disperati abbiamo provato anche a usare il ciuccio, giusto per dare un po' di respiro al seno, anche se sapevamo che non era una buona cosa per l'allattamento, ma l'avremo usato due -tre volte: non glielo proponevamo solo in momenti di disperazione acuta e il tarta comunque non gradiva molto.
Per fortuna ho un paio di amiche che avevano allattato prima di me e chiedendo a loro ho scoperto che avere male al seno per il primo mese è molto comune, al di là della bontà dell'attacco. Così mi sono munita di olio vea -che un poco ha aiutato- e ho stretto i denti, caparbiamente decisa ad andare avanti. Pian piano (moooolto piano!) le cose hanno iniziato ad andare meglio e il dolore, dopo circa un mese - un mese e mezzo, è sparito del tutto.
Ora allatto da quasi sei mesi in maniera esclusiva e sempre a richiesta e ho intenzione di continuare finché il tartarugo ne avrà bisogno, che sia un bisogno fisico, emotivo o psicologico, non importa.
Purtroppo guardandomi intorno vedo tanti allattamenti rovinati, spesso grazie a pediatri poco e male informati che iniziano a proporre aggiunte e ad imporre orari di allattamento e doppie pesate. D'altro canto mi sono resa conto di quanto sia difficile riuscire a instaurare una buona pratica nel caso in cui si incontri una difficoltà (cosa abbastanza frequente), visto il poco appoggio e sostegno che viene dato (soprattutto se il problema arriva dopo la dimissione dall'ospedale), condizione che si va a sommare al periodo già particolare e di scombussolamento totale che si vive dopo il parto..
E quindi, dopo averci rimuginato un po', ho preso una decisione: diventerò consulente IBCLC! Non so se riuscirò ad essere di aiuto quanto vorrei, ma farò tutto il possibile, perché ogni mamma e ogni bambino/a hanno diritto ad una serena e possibilmente duratura esperienza di allattamento :)




venerdì 4 febbraio 2011

Kit lavadenti

Ovviamente non potevo non tentare di autoprodurre anche il dentifricio!!
Come suggeritomi da mammafelice ho iniziato ad usare una soluzione satura di bicarbonato: in un contenitore si mette acqua e bicarbonato fino a che non si scioglie più, si bagna lo spazzolino e ci si lava i denti. Va bene anche al posto del colluttorio. Il ph basico del bicarbonato abbassa l'acidità provocata da zuccheri e fermentazioni, rendendo difficile l'instaurarsi della carie. Ci ho messo un po' ad abituarmi al gusto (subito mi faceva schifissimo), ma ora lo uso tranquillamente :)
Una volta al giorno uso invece un dentifricio più potente fatto con caolino (argilla bianca, lo trovate in erboristeria), un cucchiaino raso di bicarbonato e olio essenziale di limone (3-4 gocce).. quest'estate seccherò timo e salvia, li polverizzerò e li aggiungerò al preparato Per utilizzarlo, inumidire lo spazzolino, versarci sopra un poco di polverina magica e strofinare sui denti :))
Solo il filo interdentale non sono riuscita ancora a sostituirlo (e che nervoso tutti 'sti baulettini di plastica..)..

mercoledì 2 febbraio 2011

crema di nocciole

Io adoro le nocciole, ma le creme che trovo in giro non mi convincono mai (nemmeno quelle bio): troppi zuccheri, grassi non meglio identificati... e poi sono carissime!!
Quindi ovviamente sono passata al fai-da-me :)
Ho provato a farla seguendo le indicazioni di Tippitappi ma non mi era venuta un granché, perché il malto non si riusciva a mescolare, quindi ho fatto qualche modifica, ed ecco la mia semplicissima -ed economica- versione:

-1 tazza di nocciole
-1/3 tazza di malto

Tritare finemente le nocciole fino a farle diventare una pasta un po' oleosa (conviene fare delle pause col robot per evitare il surriscaldamento del motore); sciogliere in un pentolino a fuoco basso il malto in un poco d'acqua fino ad ottenere uno sciroppo. A questo punto mettere la pasta di nocciole in un barattolo (evitare quelli di plastica per il bisfenolo, va benissimo un barattolo in vetro riciclato), versarci lo sciroppo di malto, mescolare bene... fatto!!!
Ovviamente ci si può anche aggiungere del cioccolato fuso per renderla più golosa :)
Conservare in frigo :)

Preferibilmente spalmare su pane fatto in casa.. buona colazione!!




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