domenica 24 aprile 2011

emozioni inaspettate

Ieri sera, durante la veglia pasquale, il tarta è stato battezzato: è stata un'emozione incredibile, che non avrei mai immaginato, una commozione profonda ha permeato la cerimonia facendomi percepire questo momento in tutta la sua solennità.

Una buona Pasqua colma di pace a tutt*!



venerdì 22 aprile 2011

otto mesi

Otto mesi, il traguardo dell'anno si fa sempre più vicino..
Sei sempre più indipendente da un lato: gattoni, ti alzi in piedi, esplori tutto e non ti ferma nulla... dall'altro espliciti in maniera molto più netta il bisogno di stare con me, di vedere il mondo dalla sicurezza del mio abbraccio.
Purtroppo le altre persone continuano a non ascoltare il tuo bisogno di entrare con delicatezza e tempo in relazione e ti si fiondano addosso, ti pacioccano e ti spaventano, non comprendendo il momento arduo che stai passando, così in bilico tra indipendenza e paura del nuovo.
Perdonami perché ancora tendo a farmi troppi problemi nell'affrontare l'altrui intromissione, per questo mio bisogno di essere sempre gentile con tutti, mentre invece dovrei difenderti molto di più, anche a costo di mostrarmi scorbutica. Ti ringrazio perché mi aiuti in questo, sempre di più, esternando il tuo malessere e facendoti sentire.
Spero di riuscire a trasmetterti l'importanza del rispetto del tuo corpo e della tua intimità, che sarà la tua prima difesa nel momento in cui inizierai ad avventurarti nel mondo da solo.
Intanto io ti guardo, e continuo a rimanere incantata nel farlo e non mi capacito ancora di essere tua madre: mi sembra sempre un privilegio troppo grande e troppo bello..
Buon ottavo compimese piccolo nostro: io e il tuo papà ti vogliamo un bene così profondo...


mercoledì 13 aprile 2011

mercoledì pomeriggio

Il martellare della macchina da cucire.
L'album della Banda Elastica Pellizza -bellissimo- che mi accompagna dalla gravidanza e ormai conosciuto alla nausea, che il tarta senza non si addormenta.
Tommaso che viene a chiedere una carezza, fa un po' di fusa, poi si allontana e si lava una zampa. Lui, che le fusa le elargisce parcamente, ad ore improbabili della notte, quando cambia il tempo e se vuole nuovo cibo nella ciotola.
Lo sbattere ritmico di un sonaglio di legno sul pavimento per mano di un tartarugo un poco più in forma dopo il febbrone, che non smette di rotolarsi per terra, quasi a compensare il poco movimento di ieri. E il suo sorriso, intravisto dalla fossetta sulla guancia, quando arriva Bruce e lo saluta con una testata e poi prr prr una testata anche a me, per poi tornare da lui, strizzando gli occhi dolci e impastando le sue unghie da lince.
L'orologio e il pensiero che si porta appresso durante il pomeriggio, pensiero di attesa e ricongiungimento, ricordo mai abbastanza pago della presenza.
E scrivere, per il solo dimenticato gusto di farlo.

mercoledì 6 aprile 2011

la logica del bambolotto

La logica del bambolotto ahimé appartiene alla stragrande maggioranza della nostra popolazione e fa sì che:
- passanti e sconosciuti si sentano in diritto di toccare e sbaciucchiare ogni bimbo o neonato che incontrano
- conoscenti e parenti si sentano in diritto di prendere in braccio qualsiasi bimbo o neonato
- bambini e neonati siano subissati di richieste, rumori, gridolini, spesso da più persone contemporaneamente
Questi ovviamente sono solo tre macroscopici esempi, accumunati però tutti da una stessa caratteristica: la mancanza di rispetto del bambino.
Nessuno mette in discussione la buona fede, ma.. come la prenderebbero le stesse persone se dei perfetti sconosciuti si fermassero e le baciassero? Io non credo che sarebbero tanto contente, anzi magari partirebbe anche qualche denuncia per molestia.
E allora mi chiedo: se il rispetto che si deve all'adulto contempla in primis il rispetto degli spazi vitali, perché per un bambino dovrebbe essere diverso? Più sono piccoli e più i bimbi hanno bisogno di protezione e quindi in realtà il rispetto che si dovrebbe avere nei loro confronti dovrebbe essere superiore, non inferiore.
Questa riflessione ha permeato la mia vita da mamma da quando il tartarugo è uscito dalla mia pancia e ho dovuto confrontarmi con l'accoglienza del mondo che -per quanto gioiosa- tutto è tranne che attenta alle esigenze di un neonato, che viene invece vissuto alla stregua di un bambolotto.
All'inizio sono stata molto zitta (ahimé), poi col passare dei mesi, la stabilizzazione della famiglia e l'approfondimento di tematiche inerenti mi sono fatta forza e insieme al maritozzo ho deciso che nessuno avrebbe più preso in braccio il tarta a meno che non fosse conosciuto da lui benissimo (quindi solo nonni e zii) o che fosse lui stesso a richiederlo. Le persone rimangono perplesse quando chiedono "posso prenderlo?" o "me lo dai?" (come fosse una cosa O.o) e si sentono rispondere "se vuole venire", perché davvero non c'è abitudine a pensare ad un bambino piccolo come un essere senziente, a sé stante, con una volontà propria, una sensibilità delicata e -soprattutto- degna di rispetto, dello stesso rispetto (almeno) che si da' a chiunque altro.
E riflettendoci la causa credo che sia nel fatto che non parli.. ma tratteremmo allo stesso modo un muto? io non credo.

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