giovedì 29 dicembre 2011

un lustro

Amore mio, 5 anni sono passati da quella cena al Kirkuk café, così densa già di cosa sarebbe stato. Quante cose abbiam passato, che a scriverle sembra che ne siano passati 10, di anni. Questo legame nato così, pian pianino, che mi ha travolta e che ora è così forte e luminoso..
Son parca di parole, che più le emozioni sono forti e più faccio fatica a verbalizzare, e allora mi limito a dirti che ti amo, amore mio, con tutta la densità, la profondità e felicità che questa parola si porta appresso per noi e che solo tu conosci.
Grazie di te, sempre, in ogni momento, grazie perché esisti, sei tu, e grazie perché hai scelto me.
Buon anniversario tesoro, ti amo immensamente!!!





giovedì 22 dicembre 2011

16 mesi

16 mesi ed è quasi Natale. Un Natale decisamente più sereno di quello scorso, senza l'angoscia dei parenti e della sindrome del bambolotto. Ora sei forte e con veemenza esprimi il tuo dissenso con un bel "gno!!" quando qualcosa non ti va a genio, e se ti turba invece corri da me. Ora sono tranquilla: ti proteggo sempre, ma sei molto più autonomo e posso permettermi (e permetterti) di guardarti da un po' più lontano.
E mentre ci avviciniamo a questo Natale accendendo le candele dell'Avvento, appendendone gli angioletti, spostando l'alce sul calendario e difendendo l'albero -che sennò smonteresti tempo zero-   mi accorgo una volta di più che il mio bicchiere non è mezzo pieno, ma è colmo, decisamente. E quando vedo te e papà ridere, giocare, dormire insieme questa consapevolezza mi scolvolge quasi.
Grazie amori miei e buon compimese piccolo nostro!
 

martedì 6 dicembre 2011

di notti, di malesseri..

E oggi con questo bel sole, le cose finalmente iniziano ad andare un po' meglio, ripulite dal vento di ieri, e riemergiamo un po'. Tu col naso che cola e tendente al lamentoso per la stanchezza, io con la ancora un pochettino di febbre e gola e orecchie in fiamme, papà al lavoro, ma un po' meno stressato.
Che neanche quando eri piccino mi era capitato di fare notti in bianco fino alle 6 di mattina, ma il più difficile è vederti urlare e dimenarti e qualsiasi cosa facciamo sembra che sia peggio. Che sia giungono sintomi strani - come l'orticaria - e la paranoia è proprio lì dietro l'angolo, pronta a divorarmi in un sol boccone come il lupo di cappuccetto rosso.
Questa notte è andata meglio: ti sei svegliato spesso ma sei stato sereno, e, ora che il sole mi scalda da dietro la finestra e tu dormi placidamente nel tuo lettino, penso che tutto sia servito a ricongiungerci un po' di più, a riprendere i contatti, a stare più vicini, che in questo periodo sono stata troppo distratta.
Piccolo nostro, noi siamo qui e staremo sempre al tuo fianco anche quando stai male, anche quando non sappiamo che fare per farti stare meglio, anche quando siamo più disorientati di te su quel che capita. Ma noi ci siamo. Sempre.

mercoledì 30 novembre 2011

home-tripping 2.0

L'avventura va avanti: siamo partiti! Abbiamo iniziato le uscite e calendarizzato eventi fino a metà febbraio..
Il lavoro continua alacremente, soprattutto grazie a Cristina e Marika: oltre ad uscite (strutturate e non) e momenti conviviali, si stanno imbastendo i primi corsi, che prenderanno il via appena troveremo una sede. Abbiamo anche creato un blog in cui raccogliere le informazioni sul programma.
L'entusiasmo è tanto, le nottate a pensarne una ed un'altra ancora pure, il progetto diventa sempre più ampio e sfaccettato. 
Il gruppo si deve ancora un po' formare, ma è già ben presente un buon "zoccolo duro".
Inoltre ci fa così bene finalmente avere a che fare con genitori con cui si condivide un punto di vista sul mondo, delle pratiche educative, una filosofia di vita.. è finalmente trovarsi un po' a casa, sentirsi un po' meno "strani" e poter deporre ogni tanto le armi.
E mai come in questo periodo mi sento di star veramente facendo qualcosa, qualcosa di importante, di buono, di politico, qualcosa che darà davvero un mio contributo al mondo..
Grazie a tutti coloro che condividono (e/o condivideranno) questo percorso con me!

martedì 22 novembre 2011

quindici mesi

Piccoletto nostro oggi sono 15 mesi, esattamente due anni fa avevo avuto l'ultimo ciclo e il 22 novembre era quella data che ripetevo ad ogni visita, quell'ultimo ciclo che pensavo non venisse talmente mi sentivo incinta e avevo tutti i sintomi. Perché tu eri già lì, ad aspettare la giusta coincidenza per germogliare, ma c'eri e io ti sentivo, e molto forte anche. Eri con noi a veder i ghiacci della Patagonia ed è in quei giorni che sei nato, da allora ci sei sempre stato, in un modo o nell'altro.
E questa tua compagnia si evolve vertiginosamente, che quasi è difficile coglierla a volte, per come si modifica in fretta.
Siamo in piena fase del "gno", delle parole dette che facciamo fatica a ricollegare al significato (ma quante cose vuol dire "cacca"??), degli scioperi del vasino. Sei sempre più indipendente e vai affermando la tua personalità e, pur non essendo sempre facile avere la giusta dose di pazienza e il migliore atteggiamento nei tuoi confronti, è un piacere tutto da gustare.
E ancora ti ringrazio per quanto hai risvegliato in me, per avermi dato tutto questo scossone di vita, per avermi aiutata a ri-trovarmi, per tutta quest'energia.
Buon compimese funghetto, ti amiamo!!!




giovedì 17 novembre 2011

dell'esser madre, dell'esser donna

Mi capita di leggere -spesso ahimè su mommy blogs- post sull'"essere donna" quando si è madri. 
Trovo oltremodo triste il modo in cui l'argomento viene trattato per due semplici motivi: il primo è che l'essere madre fa parte dell'esser donna (mi spieghino come si fa ad esser madri senza esser donne), il secondo è in relazione all'immagine tremendamente stereotipata che passa della femminilità.
Per esser donna e stare bene con sé stesse bisogna truccarsi, mettersi il tacco 12, andare dal parrucchiere, interessarsi di quello che va di moda (dicendo poi che ognuna si veste a modo suo, poi sono tutte vestite uguali), andare agli aperitivi, uscire da sole con le amiche, andare dall'estetista e -soprattutto- dimagrire. Fatto tutto questo sarai felice ed appagata. E' tutto un fiorire di blog e siti in cui si propinano le stesse cose, tra l'altro spesso finendo col pubblicizzare prodotti vari (ma che novità).
Allora diciamolo che non è così: per essere donna, per stare bene con te stessa, per far sì che il tuo rapporto di coppia duri (eh sì, si va a parare anche su questo, che l'immagine dell'uomo non è mica migliore, visto che sembra che si facciano tirare da qualsiasi pizzo o merletto che gli passa sotto il naso) tutta questa roba non serve.
Per essere donna e per star bene con te stessa devi riflettere su di te, devi trovare il tuo equilibrio psichico, devi imparare ad amarti e capire che sei bella e unica così come sei. Devi imparare ad essere orgogliosa della tua pancetta (perché è il segno che ti porti addosso della tua gravidanza), delle rughe (il segno della tua esperienza di vita), dei tuoi capelli arruffati la mattina, delle occhiaie di stanchezza per i sonni interrotti dalle poppate. Devi prenderti cura dell'interno di te anche materialmente: mangiando bene, fruendo di svaghi intelligenti e utili alla tua crescita, soprattutto vivendo una vita che risponda ai propri desideri. E nulla di estetico può fare questo.
E per far durare il proprio rapporto di coppia serve amarsi, avere sempre un occhio di riguardo, fare attenzione, comunicare, essere consapevoli che anche la coppia ha una vita che si evolve a seconda delle condizioni che vive. Non serve il trucco, non serve la giarrettiera.. ma davvero crediamo che gli uomini siano così stupidi? E davvero crediamo che l'amore sia questa pochezza?
sinceramente sono abbastanza stufa di sentire giudizi sulle madri: a me non me ne frega niente di fare la figa sui tacchi e andare agli aperitivi col mio bimbi nell'ultimo modello di passeggino e -sinceramente- mi sento molto più mamma e molto più donna ad anteporre le esigenze di mio figlio piccolo alle mie, a dedicarmi alla sua cura e nel trovare in questo ruolo familiare un grande e nuovo e pieno significato della femminilità. E mio marito non ha smesso di essere attratto da me perché allatto, o perché la mia pelle è rilassata, o perché ho qualche capello bianco, o perché non mi vesto da sfilata, anzi, sento il suo amore ancora più vivo e vicino, forse perché io per prima sono più viva e vera. 
Smettiamola di credere che la felicità si raggiunga spendendo denari, assomigliando a qualcuno o uniformandosi: ogni ebbrezza derivata da questo tipo di atteggiamento è illusoria, non fa che aumentare la nostra voragine interiore. Il lavoro che dobbiamo fare è proprio l'opposto: selezioniamo, spogliamoci di quanto possiamo (in senso prima di tutto mentale) e andiamo all'essenziale. E' dura fare i conti con le nostre insicurezze, le nostre paure, i nostri vuoti d'animo, ma non sono cose che si risolvono con un po' di trucco o la perdita di un paio di kg. 
Guardiamoci in faccia, la nostra bella bellissima faccia e riprendiamoci la vita in mano.. e possibilmente anche la testa.



martedì 1 novembre 2011

Home trippin'

L'idea mi sfarfallava in testa da un po'.. Da un lato l'esigenza di trovare occasioni da far sperimentare al tarta, in modo che non rimanga sempre chiuso in casa, da un altro la riflessione su un sistema educativo-scolastico che trovo rispecchiare sempre meno quelli che sono i cardini di una pedagogia liberante per l'uomo.
L'home-schooling da un lato mi attrae, dall'altro ho alcune perplessità non da ridere al riguardo: posto che spesso i genitori che lo farebbero non abitano tutti nel raggio di una decina di km e non trovo giusto sballottare bimbi tutti i giorni avanti e indietro, ciò che proprio mi riempie di dubbi è prima di tutto la competenza pedagogica dei genitori stessi (ok che ci sono genitori che sono molto più competenti di molti insegnanti, ma non significa che di per sè tutti quelli interessati all'home-schooling siano poi in grado di sostenere questo ruolo), ma forse il dubbio amletico ancor più importante è rispetto ai metodi educativi familiari. Ci sta che tendenzialmente chi si avvicina a questo tipo di percorso scolastico ha una certa visione pedagogica, ma poi -di fatto- siamo poi sicuri che i metodi educativi intrapresi dalle singole famiglie partecipanti siano poi così sovrapponibili? Ecco, io ho dei seri dubbi al riguardo, e temo che da ciò possano nascere anche notevoli incomprensioni..
Ma insomma, comunque accettare lo status quo al momento non mi soddisfa a sufficienza e così ho pensato ad una forma più "leggera" -nonché temporalmente meno impegnativa- di home-schooling.
Da poco tempo ho inaugurato un gruppo su facebook per i genitori della provincia di Torino. Il gruppo si chiama "Home-trippin'" e lo potete trovare qui.
L'idea è quella di trovarsi ogni tanto (ad esempio una volta a settimana) e creare piccole occasioni di home-schooling sfruttando le risorse del territorio.
In settimana ci troveremo per iniziare la conoscenza reciproca e imbastire la prima programmazione.. chiunque fosse interessato chieda l'iscrizione al gruppo e -se sprovvisto/a di profilo fb- faccia pure riferimento al mio indirizzo e-mail sibia.orsomichele@gmail.com.





sabato 22 ottobre 2011

14 mesi

E' che ormai i mesi scorrono così velocemente, è che ormai sei grande.. è che davvero tu sei il mio Maestro..
Il raffreddore e i denti in eruzione ti rendono inquieto ultimamente e per me non è sempre facile fare un bel respiro e mantenere i toni bassi, ma il fatto che mi basti essere "sufficiente buona" (cit. Winnicott) perché tu cresca bene mi rasserena. 
Uscire aiuta molto entrambi, quando uno dei due è nervoso (in realtà quando lo è uno lo è anche l'altro), anche se poi qui è un po' tutto grigio-bigio e l'aria è satura di ogni schifezza e non si può nemmanco toccare l'erba perché è sporca pure quella. Ma abbiamo l'occasione di incontrare sempre qualche cane che va a spasso (e -oh!- quanto adori i cani!.. prima "Eh! Eh! Eh!" e poi "bau bau bau bau" fino a ben oltre il momento in cui sono spariti dalla tua vista), di osservare qualche albero e qualche siepe, di vedere le gru (dopo le parole canoniche, la prima tua parola è stata "bu" ("blu"), seguita a ruota da "grrr" "gu" "grrrrrrrru" ("gru")) e di camminare tanto (che tanto quando sei stanco c'è sempre la fascia).
La tua scoperta della vocalità come mezzo di comunicazione ha caratterizzato questo mese e ora ci stai prendendo sempre più gusto..ed ascoltarti è uno spasso (interpretarti, invece, è ancora piuttosto difficile). E non solo attraverso la verbalizzazione la tua comunicazione si fa più incisiva e e bidirezionale: quando hai sonno o non stai bene spesso mi porti la fascia o il mei tai; capita anche che tu dica "cacca" quando devi andare in bagno (alla faccia di tutti quelli che dicono che non è possibile per un bimbo così piccolo).
E comunque sappilo piccolo mio: sei tremendamente divertente!


Buon compimese tesoro nostro, ti vogliamo tantissimo bene!!

giovedì 20 ottobre 2011

I biscotti perfetti

..Perfetti perché era tanto che cercavo di trovare una quadra con una ricetta per biscotti che fossero vegan e senza zuccheri.. e dopo tanto sperimentare, ecco la versione definitiva!



  • 100 gr di farina integrale o semi-integrale (io uso quella di farro, ma l'importante è che sia da agricoltura biologica, perché i pesticidi sono contenuti soprattutto nella parte esterna del chicco)
  • 100 gr di fiocchi d'avena
  • 50 gr di olio (io ho usato metà olio evo e metà olio di sesamo)
  • mezzo bicchiere di uvetta
  • 2 cucchiai di farina di carrube
  • quanto vi pare di frutta secca e semini
  • una bustina di lievito naturale



Per prima cosa mettere in ammollo l'uvetta (meglio che ci stia almeno una decina di minuti).
In una terrina mescolare farina, fiocchi d'avena, olio e farina di carrube. 
Frullare l'uvetta in poca acqua e versarla nella terrina; mescolare. 
Aggiungere il lievito e, dopo aver nuovamente rimestato, accorpare la frutta secca e i semini.
Ungere una grande teglia o una placca da forno con un po' d'olio, poi, aiutandosi con due cucchiai, porzionare il composto per ottenere i biscotti (occhio a non metterli troppo vicini che durante la cottura aumentano un pochino).
Infilare in forno a 180°C per una ventina di minuti, più o meno, insomma: fino a che non ne sentite il profumo spandersi per la casa.
Togliere dal forno e lasciar raffreddare.
Enjoy!


AVVERTENZA: chi non fosse avvezzo alla cucina naturale e senza zuccheri potrebbe trovarli poco dolci, in tal caso potete aumentare la dose di uvetta o aggiungere succo di mela o farina di riso ;)

venerdì 7 ottobre 2011

tiriamo i sogni fuori dai cassetti

Non so cosa sia che mi ha sempre bloccata, ma in qualche modo mi ero convinta che o qualcuno ti "scopre" e ti stra-paga ogni cosa che fai - e allora vuol dire che hai talento- oppure non vali niente. Questa convinzione era così radicata nel mio cervello che ho dovuto fare un discreto lavoro per tirarla fuori, e ci è voluto un sacco di tempo. In tutti questi anni, però, ho incontrato alcune persone che mi hanno incoraggiata -direttamente o indirettamente- e questo pian piano ha lavorato dentro, ma comunque non riuscivo a fare niente, nemmeno un disegno, mi sono autoboiccotata per tantissimo. Poi l'invito di Artflakes, dopo aver visto una mia illustrazione buttata così sul web, e tutta una serie di coincidenze con cui il mondo si è mosso per agevolarmi proprio in questo momento. E il sostegno continuo, fondamentale e indispensabile del maritozzo, senza il quale nulla sarebbe stato.
E quindi ho deciso che basta, da oggi i sogni si tirano fuori dai cassetti e si costruisce per arrivarci. 
Da oggi, quindi, sarò un'illustratrice. 
E per festeggiare mi sono fatta un autoritratto al volo ^_^





sabato 1 ottobre 2011

chi va al mulino s'infarina

Avere un mulino casalingo da' delle ottime opportunità di sperimentazione con i bimbi a costo zero.. Abbiamo fatto la farina e l'abbiamo setacciata (il cibo somministrato ai bimbi piccoli non dev'essere troppo integrale perché sennò il consumo di fibre sarebbe eccessivo); la crusca ovviamente è finita al tarta, che si è occupato di utilizzarla facendo un po' di travasi sul tavolo. Ma il travaso più divertente era quello dal tavolo al pavimento, così abbiamo buttato tutto in terra e abbiamo ricreato un pochino di spiaggia in cucina..
Il tarta si è sbizzarrito a sperimentare con le mani e con i piedi..






Alla fine abbiamo raccolto tutto..



.. e abbiamo cercato di ovviare alla sproporzione tra spazzino e strumenti



n.b. ora abbiamo tutto il necessaire della dimensione giusta e la crusca è stata riciclata come lettiera dei gatti

martedì 27 settembre 2011

alambiccamenti

Perché alla fine mi trovo ad essere sempre più solitaria, ma non riesco a capire se sia una cosa positiva o negativa. 
Perché da adolescente multitasking, iperattiva e ipersociale che ero (e ipercritica, ma quello lo sono ancora, sebbene cerchi di smorzarne i toni), mi ritrovo a patire incredibilmente la maggior parte dei contatti umani. 
Non so se sia la consapevolezza del fatto che la vita è breve (e non mi va di perder tempo) o questo bisogno di essenzialità che mi prende ogni volta di più, fatto sta che patisco. 
Patisco il dovermi prodigare in discorsi di cui non mi frega niente, patisco il trovarmi invariabilmente a dovermi sempre e continuamente difendere per le mie scelte "diverse" (che poi -sarò presuntuosa- ma a me sembra che al massimo dovrebbero essere gli altri a farlo, visto che il pianeta è anche mio), patisco più di tutto dovermi mettere su il sorrisino di plastica tutte le volte che esco di casa, patisco il trovarmi sempre in mezzo a gente che vive nell'inconsapevolezza, che giudica e non si domanda mai. alla lunga stanca e onestamente.. non ne ho voglia. Non ho voglia di far finta e non ho voglia di sempre e costantemente combattere. 
Mi va di vivere, al meglio che posso, confrontarmi con le persone per crescere e migliorare, stare bene, creare e costruire.
Questa società non è pensata così, per "quelli come me" (che ormai mi sembra pure di essere qualcosa tipo una specie in via d'estinzione, un panda) laddove penso che la normalità dell'uomo dovrebbe consistere per natura col pensiero e la riflessione su di sè e sul mondo; invece mi trovo sempre invischiata in questo ambiente nebuloso, acritico, superficiale e vuoto, in cui non c'è nulla che abbia un valore, nulla che valga la pena, e l'ambiente cittadino aumenta a dismisura questo senso di claustrofobia.
Nonostante non lo ritenga giusto ho praticamente smesso anche di informarmi su quel che capita in politica, perché alla fine è ogni volta più una delusione, che sfianca ogni speranza di miglioramento.
E' che alla fine sono sempre più convinta che si debba uscire fuori dal sistema. Matrix docet. A tal proposito si accettano suggerimenti.

giovedì 22 settembre 2011

tredici mesi

Quanto sei cambiato stellino nostro: ora sei veramente un bambino e non hai più nulla di un neonato (a parte la tetta a richiesta, eheh). Nel giro di un mese hai iniziato a camminare da solo, a usare cucchiaino, forchetta e bicchiere (di vetro), a comunicare le tue richieste (così come i tuoi dinieghi) in maniera più esplicita, e ovviamente hai fatto tutto da solo, senza che nessuno ti abbia detto anche una sola volta di farlo. E mi rassicuri sempre sul fatto che poi è semplice: basta seguirti e le cose vengon da sé :)
Buon compimese finghetto nostro, che ti aggiri saltellando per tutta la casa e dicendo "Eh" per ogni cosa.. sei ogni volta più grande e ogni volta più meraviglioso!

venerdì 16 settembre 2011

Bimbi in arrivo: cosa serve per il nuovo esserino - nanna e viaggi


Ecco l'ultima parte del mio vadamecum per la nascita, riguardante l'occorente per la nanna e le uscite


Se si decide di praticare il cosleeping in teoria non serve nulla, però -almeno per i riposini pomeridiani- secondo me una culla (o una carrozzina) può essere utile; altrimenti si può usare già il lettino con riduttore (il lettino è enorme per un neonato, che invece ha bisogno di contenimento fisico e di spazi piccoli e accoglienti, che richiamino un po' la pancia della mamma.. per ridurre lo spazio si può anche usare un bel cuscino lungo da allattamento). Noi ci siamo fatti fare da mio papà un lettino montessoriano (non ci posso pensare a mettere mio figlio in gabbia), però secondo me una soluzione carina è il side-bed, ovvero il lettino piccolino (o culla) attaccato al lettone: si può ottenerne uno a poco prezzo anche con un lettino dell'ikea privato di una sponda e fissato al lettone. 
Per quanto riguarda le lenzuola, secondo me un paio di lenzuolini e qualche copertina possono essere utili, ma in generale è meglio usare i sacchi nanna. Attenzione al fatto che i neonati non dovrebbero dormire col cuscino (non capisco perché continuino a venderlo..).
Ed ora l'annosa questione: il trio. Noi l'abbiamo preso (ahem, ce lo ha regalato la nonna-bis): la carrozzina l'abbiamo usata molto i primi 3 -4 mesi (è vero, solo tre-quattro, ma moooolto intensi), l'ovetto l'abbiamo utilizzato come seggiolino auto fino ai 9 mesi, il passeggino per ora l'hanno usato qualche volta mio marito e mia madre (io ci ho avuto a che fare una volta per andare dal dentista).. E' comunque utile anche se si porta, anche se bisogna vedere quanto possa valerne la spesa (magari si può valutare un usato..).
Fondamentale e indispensabile è la fascia lunga. Assolutamente. Sempre. Io ne ho perfino due.. poi ci si può sbizzarrire con fasce corte, mei tai, quel si vuole a seconda dell'uso, ma almeno una lunga è fondamentale: non solo per uscire (quello è il meno), ma per cullare, per i pianti inconsolabili, le coliche, i mal di denti, le febbri, la voglia di mamma, fare le commissioni, i mezzi pubblici.. la fascia risolve (quasi) tutto, non c'è storia.
Ecco.. se dovessi dire una sola cosa necessaria per l'arrivo di un/una bimb* è senz'altro la fascia: fa veramente la differenza e la serenità di genitori e figli!

mercoledì 14 settembre 2011

Bimbi in arrivo: cosa serve per il nuovo esserino - vestiario e igiene

Ecco la seconda parte del mio vademecum per la nascita: vestiario e igiene 




Cosa serve 

  • body e tutine che si aprono davanti (meglio se in cotone bio o col marchio fiducia nel tessile-oeko tested)di spessore commisurato alla temperatura stagionale; sconsiglio i body a manica lunga da mettere sotto le tutine: le maniche lunghe sono complicate da tirare fuori sotto le altre maniche e non servono un granché. Occhio che -primi giorni a parte- i bimbi patiscono più il caldo del freddo.
  • uno/due paia di calzini e un berrettino di cotone per i primissimi giorni
  • pannolini lavabili, due wet bag grandi per lo stoccaggio in casa e due piccole per fuori (io li ho usati appena tornati a casa -in ospedale mi sono portata i biodegradabili- ma ora li porterei già in ospedale) e una trentina di salviette lavabili.. a meno di non voler fare E/C integrale da subito  ;)
  • una pomata allo zinco ma BUONA (senza parabeni, senza petrolati, senza cessori di formaldeide.. occhio, leggere SEMPRE le etichette) e da usare solo all'occorrenza, non quotidianamente 
  • una bacinellina per il bagnetto: a noi avevano prestato una vaschetta per il bagnetto ma l'abbiamo resa dopo poco perché era molto ingombrante, bisognava usare un sacco di acqua e il bimbo era troppo vincolato nei movimenti: molto meglio una bella bacinella!
  • amido per il bagnetto
  • olio evo biologico per aiutare a togliere le cacche iper ostinate
  • per il cordone servono garze sterili, benda ombelicale, soluzione fisiologica e cotton fioc (interamente di cotone)





Cosa evitare

  • salviettine imbevute, shampoo e bagnoschiuma: bastano acqua, all'occorenza un po' di amido o un po' di olio evo bio. Stop. Meno si usa, meno dermatiti arrivano 
  • biberon: non solo non c'è necessità di averli ma è molto meglio evitarli per non compromettere la suzione al seno; per dare liquidi usare cucchiaino, tazzina o dito (ma fino ai 6 mesi bisogna evitare di dare qualsiasi cosa che non sia latte di mamma)
  • ciuccio: da evitare almeno per il primo mese, ma sarebbe meglio farne completamente a meno, visto che può compromettere seriamente la suzione al seno
  • tessuti rigidi, braccialetti, collanine e quant'altro addosso al/alla bimb*: il contatto con l'aria, il freddo, i tessuti che per quanto morbidi sono sempre duri e il resto possono bastare.. cerchiamo di rendere il passaggio dal pancione al mondo il più dolce possibile




lunedì 12 settembre 2011

Bimbi in arrivo: cosa serve per il parto


Prima che il tarta nascesse ho passato giorni ad analizzare i vari vademecum relativi alla nascita.. ad oggi ecco cosa penso rispetto a ciò che è indispensabile/utile/dannoso per l'arrivo di un* pupin*
n.b. ho diviso il post in più parti perché troooooppo lungo: questa è la parte riguardante il parto




Cosa serve 

  • due mutande di rete: sono comodissime, vanno bene anche selle mutandone di cotone ma devono essere grosse perché gli assorbenti sono veramente maxi; ne bastano un paio, tanto gli assorbenti sono talmente grandi subito che servono solo per tenerli in posizione
  • un pacco di assorbenti usa e getta in cotone (mi raccomando! che beccarsi la candida dopo il parto non è una meraviglia) post-parto
  • camicia da notte, pigiama.. quel che si vuole: dipende da come si è abituate, bisogna tener conto della stagione e del fatto che ci si dovrà scoprire il seno per allattare.. secondo me i bottoni non sono necessari (anzi, sono spesso noiosi e lunghi da aprire e chiudere): io trovo più comodo qualcosa di un po' scollato da tirare giù
  • coppette assorbilatte in tessuto (ma vanno benissimo dei fazzoletti in stoffa) e/o conchiglie raccogli latte in silicone e plastica (molto utili soprattutto all'inizio perché fanno asciugare bene il seno, anche se sono un po' ingombranti); evitare accuratamente le usa e getta: sono piene di prodotti e residui chimici e non fanno traspirare (oltre al fatto che non sono propriamente eco-friendly)
  • assorbenti lavabili in micropile (a me ne sono bastati una dozzina): sono una manna dal cielo per chi ha dei punti perchè sono traspiranti, morbidissimi e lasciano la zona molto asciutta.. non ho fatto i conti ma credo che non ci sia tutta questa differenza economica nel prendere invece pacchi e pacchi di usa e getta per tutta la durata delle lochiazioni (in media 40 giorni), in più rimangono per dopo 
  • un paio di asciugamanini per il bidet
  • olio essenziale di tea tree per il bidet quando si è a casa: due gocce in un catino d'acqua e si tengono lontane infezioni e micosi
  • un sapone naturale per lavarsi
  • reggiseni da allattamento (ne basta uno per quando si esce): io mi sono trovata molto bene con quelli in microfibra della Medela.. oltre a non darmi allergia, hanno le coppe veramente molto estensibili (coprono circa 6 taglie di coppa a reggiseno, se ben ricordo), per cui ho potuto prendere la S (ho il torace molto piccolo e con le tettone non me ne andava bene uno) anche con una 5^ nel momento di maggior pienezza



Cosa evitare

  • fascia post parto: è sconsigliata in caso di parto naturale perché interferisce con la naturale normalizzazione della muscolatura.. ovviamente per il cesareo il discorso è diverso
  • qualsiasi cosa sul seno (creme, saponi, disinfettanti, cicatrizzanti..): se proprio necessario un po' di tocoferolo (vitamina E, commercializzato come olio VEA), ma meglio solo e solamente il proprio latte (o acqua per la detersione)
  • trucchi, saponi aggressivi (intimi e non), creme profumate, profumi ecc... ne ho lette di cotte e di crude in proposito: ricordatevi che l'unica persona per cui dovete ben presentarvi è vostr* figli* (a cui non frega niente del vostro aspetto fisico, per la cronaca), per il quale è fondamentale sentire il vostro proprissimo e personalissimo odore, nonché l'odore del vostro latte; chevvelodicoaffare tutti quei cosmetici inoltre vi inquinano di sostanze orride che poi lui/lei si ciuccia (anche se non sono sul seno: la pelle assorbe tutto)
  • tiralatte: l'unico tiralatte che serve è vostr* figli*, le macchine vanno usate solo in caso di vera necessità


domenica 4 settembre 2011

Riassestamenti casalinghi

Ora che l'operazione del maritozzo è passata, che le vacanze sono andate, che ho ripreso un poco possesso del mio cervello e sono ricominciate le giornate in coppia  per me e il tartarugo, urge risistemazione casa: intanto lui è cresciuto (cammina, beve da solo dal bicchiere di vetro, mangia col cucchiaino.. ) e le sue esigenze sono diverse da quelle di un paio di mesi fa. 
Per cui abbiamo iniziato a risistemare la sua camera..




Ho spostato la libreria al di là dello specchio, in modo da creare un angolo gioco in cui esso potesse essere usato con più libertà (prima era tutt'uno con l'angolo morbido). Da qui si accede a qualche gioco (giochi in legno e piccolo cestino dei tesori) posto nella libreria e nel multitasche a fianco



Dall'altro lato della libreria ho mantenuto un angolo morbido dedicato alla lettura: la foglia e la tenda danno un senso di protezione favorendo l'introspezione e la tranquillità, il tappeto e i cuscini permettono di essere molto liberi nella postura e l'accesso ai libri è immediato, aiutato dal fatto di lasciarne visibile interamente la copertina.




Il fasciatoio non lo usavamo più da un pezzo, per cui ne ho riutilizzato la struttura per sorreggere la foglia e per poter appenderci libri da culla, piccoli appendiabiti, stoffe e mobiles



Il nostro vecchio futon insieme alla coccinella e ad altri cuscini (compreso quello da allattamento) crea l'ambiente utile per le sperimentazioni dinamiche: salire, scendere, arrampicarsi.. Vicino una borsa rigida con all'interno i cubi in stoffa




Al posto del fasciatoio ho posizionato il tavolino, al momento dedicato alle stoffe: sotto un contenitore di teli in cotone e lino (asciugamani, lenzuolini..) e sopra ho riutilizzato il contenitore che usavamo per le salviette (lavabili) mettendo al suo interno i diversi ritagli di stoffa per la sperimentazione tattile (prima erano in una borsa)..


..ora sono molto più accessibili, e le stoffe si possono prendere e riporre con facilità; in futuro, poi, si potrà anche giocare ad indovinare la stoffa ad occhi chiusi utilizzando solo il tatto





Infine la cassettiera del tarta: tutti i suoi vestiti sono volati ai piani inferiori, in modo da poterli andare a prendere insieme (e un domani da solo)





Come sempre i cambiamenti graditi al tarta trovano sempre un ottimo accoglimento da nostri a-mici!! 



mercoledì 31 agosto 2011

le riciclispugne

Tempo fa parlai del progetto sulla spugna riciclata da un maglione, ma -come giustamente mi faceva notare mammavegsere- non ho mai detto come mi sono trovata.
La spugna fatta per l'occasione era un po' troppo grossa e ingombrante da gestire, inoltre la parte più abrasiva non serviva ad un granché, visto che già questo tipo di spugna è molto più efficace nel rimuovere le incrostazioni (rimanendo però super delicata sulle superfici, infatti è l'ideale con teflon e ceramica) rispetto alle spugne tradizionali e per quelle ostinatissime ricorrerei comunque alla paglietta in ferro.
Per cui il modello definitivo è composto da due rettangoli di maglia (da maglione infeltrito) circa 12x10 cm sovrapposti e cuciti insieme (è meglio fare qualche cucitura interna per evitarne la smagliatura).
Se si lavano le stoviglie mettendo il sapone nella spugna, essa rischia di trattenerne un po' troppo: meglio mettere un po' di detersivo direttamente nell'acqua di ammollo dei piatti (con questo metodo le prestazioni sono ottime).
Ne ho fatte più d'una, in modo da avere ricambi quando la metto a lavare (si mette insieme al resto del bucato); tra l'altro per il fatto di lavarle le trovo molto più igieniche delle spugne convenzionali.
Lo stesso discorso vale per la versione che ho fatto per la pulizia del bagno: cambia soltanto il materiale (spugna riciclata da vecchi asciugamani) e il fatto che queste le metto a lavare dopo ogni singolo uso.
Insomma: da quando ho fatto la prima non ho mai più comprato spugne e mi trovo benissimo!!

spugna arancione in maglia per i piatti
spugna in spugna rossa per il bagno

lunedì 22 agosto 2011

un anno

Piccolo nostro, esattamente un anno fa, dopo tante tante ore di fatica mia e tua e di fondamentale sostegno di papà, sei uscito dalla mia pancia e abbiamo finalmente potuto vederti. Il ricordo di quei pochi minuti di te sulla mia pancia è un po' sfocato ma ben presente; nitida l'immagine del tuo papà che ti teneva in braccio raggiante e -nonostante il parto un po' difficile- le mie emozioni sono di gioia e di gratitudine quando ripenso a quel momento.
Poco dopo seguono i sensi di colpa per non essere riuscita ad impedire tante cose che avrei dovuto evitare, ma ora ti guardo e vedo quanto tu sia forte e penso che sarai in grado di supplire a tutte le mie numerose mancanze (di allora, di adesso e di sempre).
Sei una scoperta e una meraviglia continue e il nostro amore per te non fa che crescere di giorno in giorno.. Ormai sei molto autonomo e ti affacci con curiosità al mondo che ti circonda, costruendo pian piano la tua strada. Io e papà cerchiamo di prepararti dei buoni mattoni, in modo che tu possa ben costruire la tua vita nella maniera che più rispetti te stesso e la meraviglia che sei.
Buona strada figlio nostro, ora che cominci a camminare con le tue gambe ancora un po' traballanti: io e papà saremo sempre il porto sicuro su cui potrai contare in ogni momento, pronto ad accoglierti e a darti sicurezza, ma da cui potrai salpare tutte le volte che ne sentirai il bisogno..
Buon primo compleanno piccolo nostro!!!


venerdì 22 luglio 2011

11 mesi

Questo è il compimese che in assoluto mi fa più effetto: tra un mese avrai un anno, che è volato via così in fretta!! Sembra ieri che eri piccolino sulla mia pancia e, mentre guardavo gli altri bimbi più grandini, pensavo "pensa quando sarà grande come loro" e non riuscivo a figurarmelo, tanto mi sembrava distante.
Questo è stato un mese faticoso per la nostra famiglia: la tensione per l'intervento di papo, il suo ricovero, la trasferta, lo stare in posti non adatti a te, io poco presente e sempre troppo stanca. Ti ho ringraziato e lo faccio nuovamente per quanto mi hai aiutata, perché ti sei adattato tantissimo nei giorni di ospedale e hai "tenuto botta" (grazie anche all'aiuto della nonna Marina, che è stata indispensabile!).
Sei anche cresciuto tanto e hai iniziato a relazionarti col mondo con i primi esperimenti di comunicazione: "ciao" con la manina, "no" col ditino..
Scusami per la stanchezza, per la poca pazienza, per la distrazione di questo periodo, che hanno ben contribuito ad aumentare la tua angoscia da separazione, rendendoti l'addormentamento a volte così turbato (e scusa anche per averci messo così tanto a capire quale fosse il problema!), ma pian piano andrà sempre meglio: papo si sta riprendendo e io inizio a riposarmi un poco, vedrai che tra un po' saremo in formissima e potremo starti vicino meglio, dopo averti chiesto così tanto..
In questi giorni ti guardo e ogni volta è stupore nel vederti... mi incanti!
Buon undicesimo compimese piccolo nostro: ti amiamo infinitamente!!!


domenica 10 luglio 2011

ci sono momenti faticosi..

Ci sono momenti faticosi, in cui tocchi i tuoi limiti in una maniera così concreta tale da percepirne quasi forma e spessore, che potresti quasi disegnarli.
Momenti in cui non ci sei mai abbastanza, in cui non ti dai nemmeno la sufficienza.
Per tuo marito, prima in ospedale e ora a casa, che non riesci a sostenere come vorresti e che si vede continuamente menomata la tua presenza, fisica e mentale.
Per tuo figlio, in un'età in cui è ancora difficile spiegare gli eventi (ma tu ci provi lo stesso), a cui chiedi tanto, che si trova un po' sballottato, in ambienti e situazioni a lui poco consoni, con una mamma con poco spazio mentale e molto più nervosa del solito.
Momenti di paura per l'intervento, che qualcosa vada storto; momenti di preoccupazione, per l'inappetenza di tuo figlio prima e per la dieta di tuo marito dopo; momenti di tensione: con i medici, con le infermiere, con i parenti; momenti in cui ti assalgono i sensi di colpa e ti lasciano senza fiato; momenti di inconvenienti che contribuiscono ad appesantire le giornate; momenti in cui sbrodoli tutto, pesantemente, e dopo una discussione col medico ti metti a piangere proprio davanti a tuo marito appena operato.
D'altro canto il bagaglio esperienzale si arricchisce: imparare ad accettare che si sta facendo il meglio che si può (anche se questo è molto lontano dal minimo sindacale), imparare a contrattare (anche se per necessità, non per piacere del confronto).
Sono periodi impegnativi, ma pervasi dalla certezza che pian piano cedono il passo a giornate meno tese e più serene, in cui cerco con molta fatica di non darmi troppo addosso e di recuperare almeno un po' di presenza mentale da regalare ai miei due amori.

lunedì 27 giugno 2011

la politica dei manganelli

Ho passato la sera a pensare al presidio no-tav a Chiomonte, a ringraziare col pensiero tutte le persone che da tutti questi mesi rischiano salute e pelle per impedire un'opera inutile e dannosa, un dispendio di soldi (che non abbiamo) che andrebbe solo ad aggravare il debito sui nostri figli, l'ennesima mano data alla mafia. E come ogni volta mi sento una codarda, perché io non sono lì e non ci sono perché ho paura. Perché da novellina 18enne ho vissuto cosa vuole dire trovarsi di fronte alla polizia italiana, anche se non hai fatto nulla, anche se perpetri i valori ideali di civiltà e democrazia con ogni fibra del tuo essere: manganellate, tante manganellate, a te, ragazzina presa per strada che con il tuo ditino alzato ti rivolgevi al poliziotto 50enne in tenuta antisommossa dandogli pure del "lei" e con uno "scusi" cercavi di spiegargli che tu eri per strada e non hai fatto nulla. E la risposta è stata una raffica di manganellate -dal quale un caro amico ti ha un po' protetta coprendoti e prendendosele lui- la detenzione in una questura con 80 persone per 12 ore senza sapere che cosa faranno di te, la consapevolezza che possono farti di tutto -tanto chi lo viene a sapere- ricevere una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale (perchè? perché le mie ossa non si sono rotte sotto al manganello?). E in mezzo a tutto questo vedere teste spaccate, sangue, sentire gli spari. No, nessun posto del terzo mondo, ma nella civilissima Torino.
E portarsi dietro il trauma della violenza, non riuscire a parlarne per anni, avere -sempre per anni- il terrore appena si vede una divisa.
E' facile dire "ah, ma quelli che vengono menati sono dei centri sociali, sono loro che iniziano": provate a dirlo agli anziani e ai disabili malmenati e massacrati (perché quando ti spaccano le ossa secondo me ti stanno massacrando) durante la manifestazione di Genova.
E ora leggo di nuovo di lanci di lacrimogeni e repressione contro i manifestanti a Chiomonte, che sono sindaci e assessori dei comuni della Val Susa, fono famiglie con bambini, sono nonni, sono ragazzi, sono i commercianti della zona, sono altre persone accorse dalle valli limitrofe per dare un po' di man forte nel dire che no, questa opera non la vogliamo per noi, per i nostri figli, per la nostra salute e per l'economia di tutti gli italiani.
E il mio pensiero di gratitudine infinita va a loro che con i loro corpi stanno difendendo me, la mia famiglia e quella di tutti gli italiani, anche quelli inconsapevoli, che se ne fregano o si lasciano abbindolare da qualche slogan del politico immanicato di turno.
E il cuore torna ad essere greve e gonfio di dolore per la mancanza di democrazia e l'inciviltà di questo paese, dove crediamo di essere liberi, ma non lo siamo affatto.

mercoledì 22 giugno 2011

dieci mesi

Caro tarta mio, oggi compi 10 mesi. Avrei voluto farti passare una giornata migliore, invece ti sei ritrovato una mamma iper-agitata per l'operazione che dovrà fare papà tra 9 giorni e un po' esaurita. Anche tu non sei proprio in forma, forse anche per il fatto che siamo un po' elettrici per l'intervento di papo. Ma andrà tutto bene, lo so, e spero che non ti spaventerai troppo nel vederlo gonfio in volto: gli passerà e dopo starà benissimo, molto meglio di adesso.
Porta pazienza tesoro mio, vorrei essere sempre serena per te e papo, ma non sempre ci riesco.. la vita talvolta ci pone davanti delle emozioni così forti che si fatica a razionalizzarle e ammortizzarle subito. E allora te la offro così, questa palestra emotiva, cercando almeno di "pre-masticarti" un poco quel che riesco..
Ti vogliamo un bene immenso, piccolo uomo, tanti auguri!!!



lunedì 13 giugno 2011

4 volte grazie

Grazie a voi tutt*, perché con il vostro voto avete fatto sì che mio figlio potrà vivere in un paese anti-nucleare e con la possibilità di avere l'acqua pubblica.

Grazie, perché oggi siamo tutti un pochetto più uguali davanti alla legge.

Grazie, perché in questi giorni stiamo vivendo finalmente un qualcosa di democratico e fiorisce la speranza di riprendere in mano -nelle mani di tutti- ciò che dovrebbe essere da sempre di tutti.

Grazie, perché, per la prima volta in vita mia, mi sono sentita orgogliosa di essere italiana, perché mi sono commossa quasi fino alle lacrime pensando a questa nazione come un popolo di CITTADINI. E devo dire che, se avessi avuto in casa una bandiera italiana, oggi l'avrei messa in bella mostra sul balcone.

martedì 7 giugno 2011

..di etica e alimentazione.. e della mia storia

Sono nata in una famiglia onnivora. La carne si è sempre mangiata quelle due-tre volte alla settimana, qualche volta il pesce. La classica dieta mediterranea.
A me la carne piace, di gusto intendo, soprattutto alcune cose. Il pesce non mi ha mai molto entusiasmata, ma -tant'è- questione di gusti.
E' iniziato tutto con un occhio di trota. Avrò avuto intorno ai 10 anni (anno più, anno meno, si perdoni la mia memoria poco precisa) e un giorno, per pranzo, mia madre cucinò una trota, cosa che -tra l'altro- avevo visto fare diverse volte (pulizia inclusa). Ora, il pesce stava nella padella e io vidi l'occhio diventare bianco e liquido. Terrificante. Ovviamente quel giorno ebbi grosse difficoltà a mangiare suddetto pesce.
Da quel momento qualcosa si mise in moto, pian pianino, e la mia mente iniziò lentamente a fare dei collegamenti concreti, ma tutto rimaneva in fondo al mio cervello, probabilmente per il timore di non riuscire a gestire il fatto che stavo mangiando degli animali, gli stessi a cui mi affezionavo, che amavo.
Passarono diversi anni e ad un certo punto iniziai a non mangiare più il coniglio: non ce la facevo proprio. A 16 anni ormai il lavorìo interiore iniziava a manifestarsi in maniera prorompente, portandomi quasi al vomito nel momento in cui mi cibavo di un animale.. mi fu permesso di diventare vegetariana (e non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori di avermi rispettata in questo).
Questa scelta non fu presa in maniera pensata, ma aveva come unica base il fatto che "mi facesse senso"; certo, lì "sotto" c'erano ben altre concretezze, ma non ne ero ancora consapevole. Per 4 anni portai avanti la mia scelta, con la difficoltà di essere un'adolescente, per cui messa in difficoltà da me stessa (ovviamente la cosa mi faceva sentire ancor più "diversa" di quanto non mi ci sentissi già) e dagli adulti che incontravo (più di una mamma di mie amiche avrebbe tanto voluto mettermi la carne di nascosto nel cibo..).

Intorni ai 20 anni arrivò il periodo di crisi: questa scelta era faticosa da vivere nella socialità (devi sempre stare a dimostrare, spiegare, beccarti le più idiote battute e domande, sentirti di peso per gli altri che devono pensare che tu mangi "diverso") e per niente pensata (e probabilmente proprio per questo era così complicato). Decisi di darmi una pausa e di approfondire questa tematica. Per un periodo mi capitò di mangiare carne e pesce (quelle cose che richiamano molto poco la propria origine: prosciutto, bastoncini di pesce, tonno..), ma intanto lavorai su di me.
Mi capitò un esame di filosofia morale con un docente terribile e un programma sconnesso, ma -come sempre nella vita- fu proprio grazie a questo che trovai la chiave di volta, perché tra i libri da portare all'esame c'era "Ripensare la vita" di P.Singer. L'esame non lo passai e cambiai ordinamento per non doverlo più dare con quel docente, ma il libro.. quello mi cambio la testa, me la rivoltò come un calzino.
Fu allora che tutte le cose presero un senso e tutto divenne di una semplicità abbacinante: non avrei mangiato (ovvero ucciso o fatto uccidere) più nulla che avesse un sistema nervoso centrale. Anche perché non aveva senso non voler uccidere un feto umano, o un disabile grave, e poi uccidere un animale molto più sviluppato di lui.
Da allora fu semplice essere vegetariana perché sapevo bene cosa avrei fatto mangiando cadaveri, sentivo appieno la mia responsabilità in questo, e -come di fronte a tutte le cose grandi- tutto il resto erano e continuano ad essere sciocchezze.
Ad oggi non so e non mi spiego come sia possibile mangiare animali (pur avendo un marito che li mangia) e sinceramente non so cosa risponderò a mio figlio quando mi chiederà perché suo padre, i suoi nonni, gli zii e tutte le persone che gli stanno vicino e che sono figure positive mangiano animali. Davvero non lo so. Perché semplicemente per me è inconcepibile e non lo capisco. Rispetto le persone che mangiano animali, ma non le comprendo.

E poi la seconda svolta.
Sono incinta. La concretezza di essere diventata madre mi pone in maniera improrogabile il problema della coerenza. Perché le scarpe le ho di pelle (per me è già difficile trovare scarpe comode e che mi piacciano), perché mangio uova e latticini e lo so, lo so, lo so come sono gli allevamenti. E no, non è sostenibile, perché io devo fare il meglio che posso, devo essere il più coerente possibile, perché io sono l'esempio per mio figlio e a lui dovrò delle spiegazioni per le mie scelte. Anche qui un libro mi ha aiutata un po': "Se niente importa" di J. Safran Foer. E allora basta, si passa a vegan (e ho scoperto che tra l'altro è una dieta sanissima e io sto fisicamente -e moralmente- molto meglio).

Ho condiviso questa mia storia sperando che possa porre degli interrogativi, perché vogliamo essere liberi, ma non c'è libertà senza possibilità di scegliere e non c'è scelta se manca la consapevolezza. E perché possiamo anche essere inconsapevoli, ma rimaniamo sempre e comunque inderogabilmente responsabili.





domenica 22 maggio 2011

nove mesi

In questo mese hai avuto una crescita fulminea: hai preso sicurezza nel gattonare e ora non ti ferma più nessuna barriera architettonica, ti alzi in piedi e inizi a bordeggiare, sono spuntati quattro denti e due sono lì pronti per uscire..
La sensazione del tempo che vola veloce è qualcosa di spesso e tangibile; ti guardo e per me ora in qualche modo sei "un bimbo grande". In realtà hai nove mesi, che a dirli sembrano così pochi e poco ti si vestono addosso.
E ogni tanto mi fermo a chiedermi a come sarai "da grande", sempre con un poco di timore nel pensarci in maniera scontata, e regolarmente finisce che m'incanto a guardarti e la meraviglia che sei mi ributta con forza nel pieno presente.
Buon compimese tesoro nostro, dalla tua mamma già un pochino meno nido e un po' più appoggio..



mercoledì 18 maggio 2011

di alimentazione complementare

Il tartarugo continua ad essere allattato a richiesta, nel frattempo però abbiamo da un pezzo passato il momento dell'introduzione dei cibi diversi dal latte di mamma.
Abbiamo scelto fin da subito di optare per l'autosvezzamento perché ci è sempre sembrato il metodo migliore secondo alcune considerazioni:
- il fatto che si aspetti l'eruzione dei denti per dare qualche pezzo non ha senso, perché sono i molari a servire per la masticazione, e quelli arrivano sempre dopo l'introduzione dei pezzi da svezzamento tradizionale: i bimbi masticano con le gengive
- il pappone mi ha sempre fatto tristezza per essere quell'accozzaglia di sapori indefiniti, invece ci piaceva l'idea di fargli prendere confidenza col cibo in tutte le sue caratteristiche peculiari: forma, consistenza, gusto, odore...
- comodità di gestione e controllo diretto sulla qualità del cibo
- utilizzo di verdure di stagione (che senso ha proporre il brodo con la zucchina a gennaio?? quante schifezze avrà dentro quella zucchina??)
- evitare di impazzire a pesare tutto (che poi magari i bimbi un giorno hanno famissima e un altro non mangiano un tubo.. questa cosa delle quantità a me fa solo venire l'ansia)

Abbiamo posto però alcune limitazioni: alimentazione vegana (ad esclusione di un paio di volte in cui ha assaggiato l'uovo e la mozzarella nel periodo finestra 6-8 mesi), senza zuccheri raffinati (non ha mangiato nemmeno ancora un biscotto), rigorosamente biologica o biodinamica.
La scelta sul mantenere un'alimentazione latto(umano)-vegana è stata presa seguendo lo schema Proietti (consigliato per tutti i bimbi nei primi tre anni di crescita, al di là delle proprie scelte culinarie) da un lato e per questioni etiche dall'altro: vorrei che se vorrà mangiare cadaveri sia cosciente del fatto che sono animali uccisi, ora non potrebbe avere nessuna consapevolezza di questo; rispetto ai latticini invece è più forte la componente salutistica al momento.
Queste limitazioni portano ovviamente a complicare un poco la questione alimentare, perché tendenzialmente dobbiamo portarci dietro qualcosa di sano da fargli mangiare.

La condizione fondamentale per fare autosvezzamento è che in casa si mangi in maniera sana e bilanciata, altrimenti ovviamente i bimbi possono incorrere i carenze alimentari (e intossicazioni di eccipienti alimentari nocivi) anche gravi.

Abbiamo iniziato a dare degli assaggi al tarta molto presto (circa 5 mesi), perché lo desiderava. All'inizio (per più di un mese) è stata solo scoperta sensoriale, poi piano ha iniziato a mordere (senza denti, e ci riusciva benissimo!) e a masticare. Gli assaggi sono iniziati subito ad ogni pasto: ogni volta che noi mangiavamo lui aveva qualcosa sul tavolo.
L'allattamento a richiesta è stato ed è il cardine di tutto: il tarta è libero di mangiare cosa e quanto vuole, tanto nel caso compensa con il latte (veramente ansiolitico per me, soprattutto nei momenti di inappetenza dovuta a malesseri fisici).
Non nascondo che le prime volte che si staccava dei pezzi grossi ero un po' in panico, ma mi sforzavo di contenere la mia ansia e lui mi ha sempre insegnato che il cibo se lo gestiva benissimo da solo (al massimo faceva qualche colpo di tosse e lo sputava fuori, se aveva sbagliato misura).
Ora che il tarta non ha ancora nove mesi direi che mangia normalmente già da un bel pezzo, ed è talmente naturale che non mi sembra possibile che gli altri bimbi mangino diversamente!

Tendenzialmente i nostri pasti sono strutturati così:
- colazione: pane o gallette con crema di sesamo o di mandorle e un dito di tisana con la tazzina (nessun biberon è mai entrato in questa casa)
- pranzo e cena: due parti di cereali (a rotazione: cous cous, pasta, riso, miglio, amaranto..) e una di legumi + verdura di stagione (tendenzialmente pezzi abbastanza grandi in modo che possa facilmente prenderli in mano), olio evo, semi di sesamo e di lino tritati (per il calcio e gli omega3)
- merenda: come colazione + frutta a fettine
Questa è la routine, in cui si inseriscono a volte pizza (di farro fatta in casa, ovvio ^_^), tofu, gnocchi (di patate e lenticchie), falafel e quant'altro venga in mente, purchè bilanciato.
Rispetto al sale: noi ormai ne usiamo solo un po' nell'acqua della pasta (che facciamo in media una volta alla settimana) perciò il problema non si pone.



giovedì 5 maggio 2011

l'istinto materno

Ne sento sempre parlare, di istinto materno.
Io sono sempre un po' sul "chi va là" con l'istinto: è la stessa cosa che opera in noi reazioni che andrebbero invece mediate. Quella cosa che permette di difenderci, ma fa anche si che feriamo gli altri.
E non è che l'aggettivo "materno" lo renda più latore di giustizia, a parer mio. Fosse così semplice non esisterebbero bambini maltrattati e abusati in famiglia, e invece ne esistono molti. L'istinto materno è quello che ti aiuta a proteggere tuo figlio dall'esterno, per esempio. Ma io non sono così certa che difenda lo stesso figlio da te stessa. E magari si confonde con quell'istinto che ti porterebbe a tirargli uno sculaccione, per esempio.
Ci sono cose per cui è importante ascoltare il proprio istinto, ma in campo educativo io credo fortemente che esso vada mediato dalla conoscenza (che non coincide ovviamente per forza con lo studio libresco). Forse la mia esperienza professionale mi condiziona molto, ma sono convinta che non è perché una partorisce un figlio automaticamente diventa madre, e soprattutto automaticamente non diventa una buona educatrice, purtroppo. Certo, sarebbe bello fosse così, ma non lo è.
E al di là degli aspetti incredibilmente negativi della genitorialità che vivono alcune famiglie, anche quando si parla di atteggiamenti positivi non è tutto così semplice. Perché -ahimé- anche la buona fede fa parecchi danni in campo educativo.
Se già nella vita di tutti i giorni è necessario pensare a quello che si fa e alle sue conseguenze, in campo educativo questo deve avvenire a maggior ragione. Lo sforzo è notevole, lo so. Ma questo è.
Perché se si vuole educare bisogna conoscere chi abbiamo davanti, quali sono i suoi reali bisogni, dove vogliamo arrivare, come fare per arrivarci, e nel viaggio continuamente verificarci e sistemare la rotta.
Pensare e domandarsi, domandarsi e pensare. Questo è il lavoro educativo.

mercoledì 4 maggio 2011

dei vecchi tarli

Eccomi qui, dopo mesi di letture, dopo aver stravolto tutto il mio pensiero dittatorial-pedagogico, con un bimbo di otto mesi e mezzo meraviglioso: curioso, tenace, deciso. Eheh, lo aspettavo al varco.. "se prende dalla mamma.."
Iniziano i primi "no", che tento di ridurre veramente al minimo: non si toccano i cavi, non si leccano le suole delle scarpe.. tendenzialmente anche evitare di mangiarsi i batuffoli di polvere e la carta inchiostrata sarebbe meglio. "No" detti con pazienza, ripetuti con calma e fermezza, possibilmente abbinati al gesto, "no" che al momento non sortiscono molto effetto.
E il cambio, che è diventato un'impresa eroica, e a poco valgono canzoni e giochini, e allora spiego e rispiego che è impostante che stia fermo durante il cambio, altrimenti ci si innervosisce e basta. Ovviamente la spiegazione non incide per nulla, mi rendo conto che è un discorso difficile, ma continuo a pensare che noi adulti fino a che non parlano non possiamo veramente renderci conto di quanto capiscano, e allora tanto vale provarci.
E i vecchi tarli saltano fuori e mi ritrovo a pensare "non è che lo sto viziando?" "non è che ho sbagliato tutto e ho preso un granchio con questa cosa dell'educazione libertaria?". No, perché io lo so come si fa normalmente. Basterebbe alzare la voce, per esempio.
Ma.
Ho deciso di crescere mio figlio nel rispetto di com'è, della sua personalità, ho deciso di non crescere un soldatino, ma di costruire per lui un'educazione su misura, per sostenerlo nel suo essere sé stesso, pensante, con l'occhio puntato a chi sarà domani. E "domani" conterà di più che si sia adattato a stare fermo sul fasciatoio o sarà più importante aver avuto l'esempio di un genitore che non alza la voce e non usa la paura per ottenere ciò che vuole?
La scelta io l'ho fatta, ho deciso di percorrere la via più impegnativa e senza deleghe, e ora è necessario ripuntualizzarla, perché qui parte il viaggio, qui ci imbarchiamo veramente nell'avventura, ora il mio stare con lui a tempo pieno inizia ad assumere altri significati e iniziamo a costruire.
.. La paura di sbagliare a volte è tanta, ma la convinzione ancora di più: io queste cose me le sono sentite subito risuonare dentro -quando ho letto Kohn, Montessori, Gonzales..- e lo so che è la strada giusta. E checché ne dicano passanti, conoscenti, nonni e vecchiette (insomma, il grande carrozzone di consigli non richiesti) io ci credo.

domenica 24 aprile 2011

emozioni inaspettate

Ieri sera, durante la veglia pasquale, il tarta è stato battezzato: è stata un'emozione incredibile, che non avrei mai immaginato, una commozione profonda ha permeato la cerimonia facendomi percepire questo momento in tutta la sua solennità.

Una buona Pasqua colma di pace a tutt*!



venerdì 22 aprile 2011

otto mesi

Otto mesi, il traguardo dell'anno si fa sempre più vicino..
Sei sempre più indipendente da un lato: gattoni, ti alzi in piedi, esplori tutto e non ti ferma nulla... dall'altro espliciti in maniera molto più netta il bisogno di stare con me, di vedere il mondo dalla sicurezza del mio abbraccio.
Purtroppo le altre persone continuano a non ascoltare il tuo bisogno di entrare con delicatezza e tempo in relazione e ti si fiondano addosso, ti pacioccano e ti spaventano, non comprendendo il momento arduo che stai passando, così in bilico tra indipendenza e paura del nuovo.
Perdonami perché ancora tendo a farmi troppi problemi nell'affrontare l'altrui intromissione, per questo mio bisogno di essere sempre gentile con tutti, mentre invece dovrei difenderti molto di più, anche a costo di mostrarmi scorbutica. Ti ringrazio perché mi aiuti in questo, sempre di più, esternando il tuo malessere e facendoti sentire.
Spero di riuscire a trasmetterti l'importanza del rispetto del tuo corpo e della tua intimità, che sarà la tua prima difesa nel momento in cui inizierai ad avventurarti nel mondo da solo.
Intanto io ti guardo, e continuo a rimanere incantata nel farlo e non mi capacito ancora di essere tua madre: mi sembra sempre un privilegio troppo grande e troppo bello..
Buon ottavo compimese piccolo nostro: io e il tuo papà ti vogliamo un bene così profondo...


mercoledì 13 aprile 2011

mercoledì pomeriggio

Il martellare della macchina da cucire.
L'album della Banda Elastica Pellizza -bellissimo- che mi accompagna dalla gravidanza e ormai conosciuto alla nausea, che il tarta senza non si addormenta.
Tommaso che viene a chiedere una carezza, fa un po' di fusa, poi si allontana e si lava una zampa. Lui, che le fusa le elargisce parcamente, ad ore improbabili della notte, quando cambia il tempo e se vuole nuovo cibo nella ciotola.
Lo sbattere ritmico di un sonaglio di legno sul pavimento per mano di un tartarugo un poco più in forma dopo il febbrone, che non smette di rotolarsi per terra, quasi a compensare il poco movimento di ieri. E il suo sorriso, intravisto dalla fossetta sulla guancia, quando arriva Bruce e lo saluta con una testata e poi prr prr una testata anche a me, per poi tornare da lui, strizzando gli occhi dolci e impastando le sue unghie da lince.
L'orologio e il pensiero che si porta appresso durante il pomeriggio, pensiero di attesa e ricongiungimento, ricordo mai abbastanza pago della presenza.
E scrivere, per il solo dimenticato gusto di farlo.

mercoledì 6 aprile 2011

la logica del bambolotto

La logica del bambolotto ahimé appartiene alla stragrande maggioranza della nostra popolazione e fa sì che:
- passanti e sconosciuti si sentano in diritto di toccare e sbaciucchiare ogni bimbo o neonato che incontrano
- conoscenti e parenti si sentano in diritto di prendere in braccio qualsiasi bimbo o neonato
- bambini e neonati siano subissati di richieste, rumori, gridolini, spesso da più persone contemporaneamente
Questi ovviamente sono solo tre macroscopici esempi, accumunati però tutti da una stessa caratteristica: la mancanza di rispetto del bambino.
Nessuno mette in discussione la buona fede, ma.. come la prenderebbero le stesse persone se dei perfetti sconosciuti si fermassero e le baciassero? Io non credo che sarebbero tanto contente, anzi magari partirebbe anche qualche denuncia per molestia.
E allora mi chiedo: se il rispetto che si deve all'adulto contempla in primis il rispetto degli spazi vitali, perché per un bambino dovrebbe essere diverso? Più sono piccoli e più i bimbi hanno bisogno di protezione e quindi in realtà il rispetto che si dovrebbe avere nei loro confronti dovrebbe essere superiore, non inferiore.
Questa riflessione ha permeato la mia vita da mamma da quando il tartarugo è uscito dalla mia pancia e ho dovuto confrontarmi con l'accoglienza del mondo che -per quanto gioiosa- tutto è tranne che attenta alle esigenze di un neonato, che viene invece vissuto alla stregua di un bambolotto.
All'inizio sono stata molto zitta (ahimé), poi col passare dei mesi, la stabilizzazione della famiglia e l'approfondimento di tematiche inerenti mi sono fatta forza e insieme al maritozzo ho deciso che nessuno avrebbe più preso in braccio il tarta a meno che non fosse conosciuto da lui benissimo (quindi solo nonni e zii) o che fosse lui stesso a richiederlo. Le persone rimangono perplesse quando chiedono "posso prenderlo?" o "me lo dai?" (come fosse una cosa O.o) e si sentono rispondere "se vuole venire", perché davvero non c'è abitudine a pensare ad un bambino piccolo come un essere senziente, a sé stante, con una volontà propria, una sensibilità delicata e -soprattutto- degna di rispetto, dello stesso rispetto (almeno) che si da' a chiunque altro.
E riflettendoci la causa credo che sia nel fatto che non parli.. ma tratteremmo allo stesso modo un muto? io non credo.

lunedì 28 marzo 2011

ai papà

Quando arriva un bimbo finisce che spesso i papà si sentano messi un po' da parte: le attenzioni si rivolgono tutte al piccolo e -per quel poso che rimane- alla mamma.
Ma queste spesso non sono sempre positive.
Succede che il bambino è oggetto di continue richieste e sballottamenti tra chi lo vuole prendere in braccio, chi vuole farlo dormire, chi vuole svegliarlo, e "dammi la manina" e "fammi un sorriso" e "fai ciao" e continue richieste di ogni genere.
E le mamme purtroppo se la vedono solo di poco meglio: le critiche piovono, tutti sanno meglio di lei cos'ha il proprio bambino, sguardi e giudizi la fanno da padrone (soprattutto se si è scelto di allevare il proprio figlio ad alto contatto).
Al di là dell'aiuto concreto che può dare un padre, che è molto (al cambio dei pannolini, a far da mangiare, alla gestione della casa..) e che sarebbe auspicabile fosse più "condivisione" che "aiuto", c'è una cosa importantissima che un papà può -e dovrebbe- fare ed è un ruolo che può appartenere solo a lui: la protezione.
In questo sballottamento esterno di personaggi che si avvicendano e mettono a repentaglio la serenità familiare loro possono fare da filtro. Le mamme spesso hanno già un sacco di emozioni da gestire ed è difficile sostenere anche il compito di relazionarsi con l'esterno, soprattutto quando questo non è adeguato.
Cari papà, nessuno può darvi questi compito: è una responsabilità che dovete prendervi e affrontare da soli (certo, con il sostegno delle mamme), ed è un compito preziosissimo ed indispensabile, perché da questo dipende la serenità vostra, di vostro figlio e della vostra compagna.
..E sentitevi un po' meno fuori dai giochi, perché a volte questa è una condizione che vi create da soli! ;)
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