domenica 16 gennaio 2011

in ottica eco-sostenibile

Mi sono resa conto che di tutto il lavoro di decrescita e sostenibilità che stiamo facendo in casa ho scritto poco-niente, per cui vedo di iniziare a rimediare..
La fine del nuovo anno è stata caratterizzata da un acuirsi di riflessioni in tema, portate un po' dal discorso "cruelty-free" a cui cerco di attenermi da diversi anni, un po' dall'avvento del tartarugo che costringe ad ulteriori e più approfondite indagini (portando alla luce ogni magagna e contraddizione), un po' dall'esigenza sempre più forte di vivere più liberamente, seguendo i propri ritmi, lentamente, godendosi la vita, senza finire a vivere per lavorare, lasciandoci liberi di vivere realmente solo nelle 4-5 settimane all'anno che ci sono di ferie.
Nello specifico di questo aspetto, la questione è nata con maggiore prepotenza, come detto, da quando il tarta è arrivato: il chiedermi che senso avesse partorire un figlio per poi farlo crescere da altri (educatori o nonni che siano) mi ha fatto riflettere sulla vita delle famiglie qui ed ora, e mi sono trovata a non condividere per niente la maggior parte delle pratiche familiari, soprattutto in presenza di bimbini così piccoli. Trovo innaturale che una donna possa trovarsi costretta a tornare al lavoro al terzo mese di vita "fuori" del bimbo, che non possa scegliere autonomamente quando e se rientrare al lavoro, che i genitori più stiano da mattina a sera al lavoro e vedano i propri figli nei migliori dei casi la sera o nei week-end. Tutto questo si somma al fatto che i nonni secondo me devono fare i nonni e non i baby-sitter, che non conoscendo baby sitter di persona non mi fido a lasciare mio figlio con un/una sconosciuto/a, che trasferendoci non conosco i nidi locali (e di comunali non ce ne sono) per cui parimenti non mi fido. E poi: ma che senso ha che io vada a lavorare per pagare qualcuno che guardi mio figlio? Non faccio prima - e meglio - a guardarmelo da me?
Di rimando ovviamente si pone la questione economica: si può vivere oggi con un solo stipendio? O con mezzo stipendio? O senza stipendio? Quanto del denaro che "guadagnamo" (perché se lavoriamo da dipendenti il nostro lavoro serve per arricchire economicamente qualcun altro che non siamo noi, spesso) in realtà è necessario? E quanto ha ancora senso oggi come oggi per noi "gggiovani" lavorare ancora per una pensione che presumibilmente non avremo?
E a questo punto parte la riflessione sul bisogno indotto e sulle capacità perdute.. perché se io riesco a discriminare bene quali siano veramente le cose necessarie e parallelamente giungo ad autoprodurre il più possibile arricchisco me stessa culturalmente, mi riapproprio della mia capacità di scelta perché esco dal sistema, vivo una vita più sana e maggiormente sostenibile per il pianeta e ho meno bisogno di denaro.
Fino a poco tempo fa non riuscivo però a trovare concretezza in questi pensieri, non trovavo cioè un modo per cambiare modus vivendi concretamente. Poi mi ha aiutata molto leggere il libro di Erbaviola "Scappo dalla città" ed ho capito che facevo l'errore che fanno in molti, ovvero partire dalla fine. Sembra banale ma è così. Uno si immagina: mi licenzio, vado a stare in casolare in Toscana e mi produco tutto, ma così è abbastanza una cosa improponibile per i più, diciamocelo, soprattutto se hai figli e non hai soldi da parte. La verità è che bisogna partire da un'altra parte, dal ridurre: sprechi, bisogni indotti, sofisticazioni. Sembra molto più complicato di come sia in realtà, infatti quando si inizia ad autoprodurre tutto viene un po' da sé: quello che si pensava pesante ed impegnativo si scopre essere divertente, interessante, educativo (verso sé stessi e per i propri figli) e gratificante, inoltre si è più critici verso gli acquisti (sia rispetto alla qualità che alla quantità). E si inizia a scoprire che probabilmente è questo il lavoro che "nobilita l'uomo", non il lavorare in fabbrica o in ufficio 40 ore alla settimana. Ma ciò che è più importante, si è più liberi, ma liberi per davvero, perché si è liberi nella testa.

15 commenti:

  1. Cara Sibia, le tue considerazioni sono state e lo sono tuttora le mie.
    Solamente il pensare che tra poco più di due mesi dovrò tornare a lavorare mi fa venire i brividi. Leggerò il libro che consigli... sperando di trovarvi uno spunto in più per "cambiare" la nostra vita e per renderla più sostenibile, per l'ambiente e per noi stessi!

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  2. Come sono d'accordo con quello che hai scritto. E' una cosa di cui sono convinta da sempre. Forse la soluzione è davvero quella di diminuire i propri bisogni, semplificare la propria vita, acquistare di meno e di conseguenza avere meno bisogni economici.. con un bambino in casa magari diventa meno facile, ma io sono convintissima che E' possibile farlo, e mi piace non essere l'unica a pensarla cosi'. ;)

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  3. Questo tuo post giunge a fagiolo, come si suol dire!! Mi segno subito il libro, perché mi trovi pienaemente d'accordo. Ps: quanto al casolare in Toscana..io non abitavo certo in un casolare, ma vicino a Firenze..vorrei tanto tornarci sigh..

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  4. autoproduco,cerco di essere il più sostenibile ed avere decrescita in ogni cosa...ma mio figlio,quello che avrò il prossimo anno o fra due,crescerà dalla mattina,alla sera alle 20,finchè non torno a casa...con educatori perchè io i "nonni" li ho a 300 km...dove vivo sono solo io e lui.stop.
    la mia di domanda è diversa....farò un figlio per qualcun altro???????
    farò un figlio solo perchè devo?
    per ora penso a sposarmi a giugno,ma poi la realtà mi verrà sbattuta in faccia come un sasso scagliato e sono certa che farà molto male ma...o faccio così o non avrò ne un lavoro,ne un figlio,ne una famiglia...famiglia poi...ormai esite la famiglia week end....
    ho affrontato questo tema proprio ieri con le mie persone care anche loro mi hanno detto che sarà dura per me,ma non ho altre possibilità..che tristezza...

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  5. Io non ho un bambino ma sottoscrivo ogni parola. Grazie per questo post!

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  6. Cara Sibia,
    Condivido e un po' sorrido e mi commuovo sulle tue riflessioni. Per me sono riflessioni naturali di una mamma. Anch'io, una volta tenuta tra le braccia la Ciuccetta, mi son chiesta che senso avesse consacrare la vita la lavoro e perdermi la vita che io stesso avevo generato. Ne sono nate lunghissime discussioni coi parenti, riflessioni col papà, sogni e progetti per il futuro. Per ora posso dirti che si può vivere con metà dello stipendio ( son passata a part-time) e l'obiettivo del 2011 è quello di vivere con un solo stipendio più qualche entrata da una seconda attività che sto avviando per lasciare il lavoro.
    Posso dirti che non credevo alle frasi " sei hai lavorato e stai casa poi il lavoro ti manca" o " se lavori poi arrivi più carica a casa" e ora, che lavoro da nove mesi, continuo a pensarla come prima, con la differenza che ho toccato con mano che mia figlia mi manca, comunque, anche se sto via solo 5 ore. Dopo una settimana di ferie mi viene il magone a tornare al lavoro e penso che una donna, se vuole far la mamma, dovrebbe poterlo fare...sta lavorando per il futuro dell'umanità.
    Non ho lasciato di colpo il lavoro perché non possiamo permettercelo, ma stiamo tagliando sulle cose inutili e andare verso quella direzione è un percorso di crescita davvero bello :)
    Un abbraccio!

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  7. Grazie davvero, mi sentivo tanto giù in questo periodo perchè scegliere di stare a casa ed occuparmi di cucciolo, autoprodurre tutto quello che posso (ma sto imparando a fare sempre di più) essere serena ed avere una famiglia serena, sembrano essere scelte assurde al giorno d'oggi. A volte mi lascio condizionare dalle pressioni esterne, dove sembra che i soldi non bastano mai e che l'emancipazione sia lavorare e produrre reddito e la cosa mi fa stare male. Noi però con uno stipendio viviamo bene e vivere a "basso consumo" non è solo una necessità (per fortuna possiamo scegliere) ma uno stile di vita che amiamo. Mi sono accorta che prima avevo un bisogno psicologico di comprare (anche il detersivo o il mocio ultimo modello)mentre ora mi sento libera e serena e questa serenità si riflette nella mia famiglia e su mio figlio che cresce sereno e felice. Non pensate che lo stipendio di mio marito sia chi sa che, anzi non è niente di che ma ci basta. Una cosa mi manca ma si risolverà appena cucciolo crescerà un pò, andare al cinema ogni tanto, per il resto non mi manca niente che non abbia in abbondanza. Quindi grazie Sibia per aver dato voce ai miei pensieri.

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  8. condivido tutte le tue riflessioni, e io ho scelto di stare a casa fino a che la piccola avrà almeno un anno e qualche mese. Per il resto ho abbastanza bisogno di uscire, e confrontarmi, e mettere in moto il cervello. Però insomma, la Spucci inizierà la materna e la Ninetta avrà 16 mesi compiuti, posso essere quasi soddisfatta.
    Il fatto è questo: abbiamo un mucchio di bisogni indotti. L'obiezione che mi hanno fatto praticamente tutti quando abbiamo detto di voler subito il secondo e non escludiamo il terzo figlio è: "come fai?". Lo sai, ne abbiamo parlato. Ma i bisogni che io devo soddisfare quali sono? La macchina nuova per tre figli? Cento euro di ricarica al mese per ciascuno?
    No, io non la vedo così.
    Noi siamo in fase di autoproduzione per quanto riguarda la panificazione, con la pasta madre. Biscotti, e dolci in genere non li compro più e li faccio io. La maggior parte degli alimenti che acquistiamo sono bio e provenienti dal commercio equosolidale o locale. C'è ancora tanto da fare, per quanto ci riguarda. Però mi rendo conto che mi sto sempre più allontanando da alcune logiche, e mi dà fastidio chiunque non lo accetti. Io rispetto te, tu rispetta me, no?

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  9. Grazie per le tue bellissime parole.
    Leggerò sicuramente il libro.

    un abbraccio

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  10. Ma guarda un pò....
    queste cose mi sembrava di averle già pensate una trentina di anni fa quando decidemmo che uno stipendio per il momento bastava...
    papà

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  11. Grazie a tutte: è bello poter condividere queste riflessioni e sapere che qualcun'altro ci sta pensando... ma io sono certa che ci sia una soluzione :)))

    @ papà: eheh... buona educazione non mente!!! :D

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  12. Io son partita da ottobre, alla nascita del blog.
    Da gennaio ho fatto il salto
    Mi rifornisco al Gas della mia zona, roba buonissima e molto economica, biologica.Sto autoproducendo il piu' possibile, ma sono sempre alla ricerca.Ho i pannelli fotovoltaici, e per riuscire a fare dei corsi cerco di barattare conoscenze e competenze. Talvolta baratto con i trattamenti shiatsu.
    Cerco persone motivate come me a crescere i bimbi con una scuola famigliare, e di questo e del mutuo soccorso è da parlare piu' in dettaglio delle modalità.
    Con l'orto e la conoscenza delle erbe spontanee si puo' risparmiare molto!

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  13. Io condivido questo argomento con la testa ma in pratica non riuscirei mai..non riusciremmo mai a vivere con un solo stipendio...ci abbiamo provato qualche anno fa quando non avevamo ancora bimbi ma non è andato a buon fine...quando sono stata a casa in maternità è stato molto bello occuparsi di tommy a tempo pieno ma verso la fine ho cominciato a sentire l'esigenza di tornare al lavoro, sia da un punto di vista economico che da un punto di vista emotivo. Avevo bisogno di riappropriarmi delle mie piccole cose e volevo responsabilizzare di più il papi...dal punto di vista economico forse siamo troppo spendaccioni.. ci piace uscire, avere degli hobby (tra le moto e la lana non so chi spende di più;)ma con un mutuo e tutti gli annessi e connessi, uno stipendio e un quarto (quello che avevamo con la mia maternità...penso che sia una vergogna che una madre riceva solo il 30% di stipendio...ed è questo il motivo che spinge molte mamme a tornare al lavoro..) non bastavano per arrivare alla fine del mese..
    io ringrazio di avere un lavoro che mi permette comunque di stare mezza giornata con mio figlio e che mi permette anche di avere degli hobby e degli svaghi, mi piace il mio lavoro e quelle quattro ore le considero una mia forma di indipendenza...certo forse tutto ciò non ci sarebbe se dovessi affidare tommy a degli sconosciuti..penso anche io che non vale la pena pagare altre persone che guardino tuo figlio...ma ho dei nonni favolosi, vicini e diponibili...e ringrazio anche loro..
    un abbraccio

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  14. infatti il problema e' proprio la difficolta' di fare scelte diverse e libere...
    comunque da inguaribile ottimista credo che ci sia sempre una soluzione!!! eheh

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  15. Sì sì infatti fai benissimo ad essere così ottimista!

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